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Rapporto tra assegno di mantenimento e tenore di vita matrimoniale: dipende dai redditi | Separazione

L’assegno di mantenimento riconosciuto in fase di separazione dovrebbe permettere al coniuge che lo richiede di mantenere lo stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio. Tale rapporto è garantito solo dopo la valutazione dei redditi dell’obbligato da parte del Giudice.

Consideriamo, ad esempio, il caso di una famiglia composta da tre persone: madre, padre e figlio. I coniugi sono entrambi impiegati, ma la mamma lavora part-time, così da poter trascorrere più tempo con il bambino. La famiglia, per tutta la durata della convivenza coniugale, ha mantenuto un tenore di vita ben al di sopra delle proprie possibilità, al punto tale che il marito, per poter far fronte alle numerose spese, ha contratto debiti con diverse società che erogano prestiti personali, il tutto all’oscuro della moglie.

Durante un’eventuale fase di separazione la moglie potrebbe pretendere un assegno di mantenimento parametrato allo stile di vita sostenuto fino a quel momento, ma l’immaginazione si scontrerebbe con il colore del conto in banca, il rosso!

Il processo di determinazione dell’assegno di mantenimento

E’ vero che di fronte alla richiesta di un assegno di mantenimento in fase di separazione, il Giudice deve valutare in via principale il tenore di vita mantenuto dalla coppia durante la convivenza coniugale e analizzare se il diritto all’assegno esista realmente.

Perché sia riconosciuta l’esistenza del diritto è, però, necessario che al richiedente non venga addebitata la separazione e dimostri di non avere i mezzi idonei a mantenere lo stile di vita precedente, né di poterli procurare per ragioni oggettive.

Infine, il giudice dovrà stabilire se la separazione abbia provocato uno sbilanciamento tra le risorse economiche del marito e quelle della moglie. In questo senso, non è necessario che il coniuge richiedente versi in stato di bisogno, essendo sufficiente dimostrare che le risorse di cui dispone non bastano a garantire il tenore di vita goduto in precedenza.

Quando il tenore di vita goduto dai coniugi durante la convivenza non è affatto sostenibile per le loro capacità reddituali, però, il Giudice non potrà considerarlo come il parametro di riferimento per la determinazione dell’assegno di mantenimento.

Rapporto tra stile di vita e redditi

Il Giudice, quindi, è obbligato ad effettuare una disamina della vera situazione patrimoniale e reddituale di entrambi per desumere il tenore di vita reale che la famiglia è in grado di mantenere. A quel punto, solo in presenza di un’effettiva disparità di risorse tra i coniugi, potrà arrivare a definire l’ammontare dell’eventuale assegno.

Dobbiamo considerare che l’assegno può essere riconosciuto solo compatibilmente con il reddito ed il patrimonio dell’obbligato. Laddove, quindi, per una difficoltà economica, non sia possibile mantenere il medesimo tenore di vita goduto durante la convivenza matrimoniale, l’assegno dovrà rispettare questa evidenza. Grazie alla sconsideratezza del marito, quindi, la famiglia di cui abbiamo tratteggiato l’ipotetico profilo, dopo la separazione, si troverà con ogni probabilità a doversi adattare ad uno stile di vita molto inferiore al precedente.

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