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Scioglimento dell’Unione civile: motivi, procedura e conseguenze

Lo scioglimento dell’unione civile è regolamentato dalla Legge Cirinnà la quale dettagli i motivi, la procedura e le conseguenze della fine dell’unione modellandoli sulle disposizioni previste dalla legge sul divorzio. Discutere di scioglimento dell’unione civile sembra paradossale data la recente approvazione della legge quando la maggior parte delle coppie che si sono unite hanno appena concluso la luna di miele. Ma, battute a parte, è necessario illustrare cosa prevede la legge in caso di crisi del rapporto al fine di fornire agli interessati spunti per tutelare i propri diritti in un campo ancora non molto conosciuto.

Motivi di scioglimento dell’unione civile

 

La Legge Cirinnà prevede che l’unione civile regolarmente registrata si possa sciogliere in caso di morte o dichiarazione di morte presunta di una delle parti; a seguito della sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso di uno dei partner; nei casi previsti dall’articolo 3, numero 1) e numero 2), lettere a), c), d) ed e), della legge sul divorzio, ossia tutta la casistica che prevede lo scioglimento del matrimonio in caso di reati, violenze o condanne penali a carico di uno dei coniugi; quando le parti hanno manifestato anche disgiuntamente la volontà di scioglimento dinanzi all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza o di iscrizione della costituzione dell’unione.

In quest’ultimo caso la domanda di scioglimento dell’unione civile è proposta dopo tre mesi dalla data in cui una delle parti ha espresso l’intenzione di scioglimento dell’unione dinanzi all’Ufficiale di Stato civile.

La domanda può essere presentata in Tribunale oppure in caso di accordo dinanzi allo stesso Ufficiale o, ancora, tramite negoziazione assistita, cosi come previsto dalla riforma sul divorzio breve.

Non è previsto nessun periodo di separazione.

Conseguenze dello scioglimento

 

Dopo aver sciolto l’unione civile le due persone riacquisteranno lo stato libero, necessario per poter celebrare, eventualmente, una nuova unione.

Inoltre la legge effettua un richiamo all’applicazione della legge sul divorzio, quindi via libera all’assegno di mantenimento in favore della parte più debole dell’unione sulla scorta dei redditi delle parti e dell’impossibilità di provvedere al proprio adeguato sostentamento.

Gli ex potranno accedere anche alle altre tutele economiche previste per i divorziati come, tra tutte, ottenere la quota del TFR dell’altro, e beneficiare della pensione di reversibilità in caso di morte del partner con il quale si è stati uniti civilmente.

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