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Unione civile coppia gay o lesbica: diritti se il partner muore senza fare testamento

Quando il partner in una coppia gay o lesbica muore senza lasciare testamento chi sopravvive può far valere i suoi diritti se era stata celebrata un’unione civile. Fare testamento prima della Legge Cirinnà era di importanza vitale per tutte le coppie di fatto in quanto era l’unico modo legale per assicurarsi che una parte dei propri beni potesse arrivare al partner dopo la morte (nel rispetto delle quote da riservare agli eredi legittimi).

I casi in cui, dopo anni di relazione, conviventi gay o lesbiche si sono trovati sbattuti fuori di casa da “eredi legittimi” del defunto sono migliaia e, purtroppo, tutti di difficilissima – se non impossibile – soluzione giudiziaria. Le coppie omosessuali spesso vivono rapporti di conflittualità con le famiglie d’origine che arrivano addirittura ad ignorare l’esistenza di legami d’amore del proprio congiunto e, al momento della sua scomparsa, approfittano della legge per impedire al partner superstite di attingere all’eredità.

Molte persone, infatti, non pensano a mettere nero su bianco le proprie ultime volontà: chi per scaramanzia, chi per distrazione, chi perché non ne vede l’utilità, chi per paura di deludere familiari o amici o di commettere errori… Grazie alla celebrazione dell’unione civile, però, le coppie omosessuali possono vantare diritti ereditari pari a quelli di moglie e marito.

L’unione civile fa diventare eredi legittimi

 

La celebrazione dell’unione rende le due persone eredi legittimi perché, in materia di successioni, parifica in tutto e per tutto tale patto al matrimonio. Ciò significa che nel caso in cui una parte dell’unione dovesse morire senza lasciare un testamento il partner sarebbe l’erede universale, cioè l’unico ad aver diritto ad ereditare tutto il patrimonio della persona scomparsa.

Quanto spetta al partner se sono presenti altri familiari

L’intero patrimonio è devoluto alla parte unita civilmente al defunto se quest’ultimo non aveva alcun parente prossimo. Nel caso in cui chi muore lascia una famiglia più numerosa le cose cambiano in quanto viene previsto il diritto ad essere eredi anche per gli altri familiari.

In particolare: se la persona scomparsa aveva un figlio, il patrimonio dovrà essere ereditato a metà tra quest’ultimo ed il partner superstite; se aveva più figli un terzo dei beni spetterà al compagno o compagna ed i due terzi verranno destinati ai figli; se, invece, chi muore lascia unicamente i genitori questi erediteranno un terzo degli averi ed i due terzi sarà destinato alla parte unita civilmente.

Come si procede alla divisione del patrimonio in caso di più eredi legittimi

La prima cosa da fare è elencare tutti i beni del defunto così come i debiti o le passività da lui lasciate. In questa fase bisogna considerare anche i beni che chi è scomparso aveva donato in vita, che vanno a far parte della quota destinata all’erede, sempre che non si trattasse di donazioni di modesto valore.

Dopo aver stimato ogni bene e considerato le somme di denaro, si procede dando la parte spettante a ciascun erede in base alle quote previste dalla Legge. Gli eredi possono anche accordarsi durante la divisione per ottenere un bene invece di un altro ove ciò non sia possibile, si procederà con un conguaglio in denaro.

Per quanto riguarda i beni che non si possono dividere, come le case, tutti gli eredi diventeranno proprietari ciascuno per la propria quota oppure si procede alla vendita del bene ed alla successiva suddivisione del ricavato.

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